25 Aprile: una buona occasione per riprenderci il quartiere e la nostra libertà

Il 25 Aprile non è per noi solo la memoria di un passato ma l’esigenza presente e urgente di liberazione.
Ci piace pensare questo giorno come una festa di carnevale dove i ruoli e le pratiche quotidiane si rovesciano.
Immaginarci, al di là dello spazio e del tempo, in una alleanza con le folle e i folli liberati dai manicomi, le donne liberate dal patriarcato, le lavoratrici e i lavoratori liberati dallo sfruttamento, studentesse e studenti liberati dalla scuola, i nostri corpi liberati dalle inibizioni. Per noi non c’è festa della Liberazione se non è liberazione dal lavoro, dal consumo, dal denaro, dalla polizia, dallo Stato, dal ritmo della metropoli che soffoca il nostro desiderio di libertà.
Proprio in questo momento quando pensiamo alla Resistenza ci viene in mente la lotta che da decenni incendia la Valsusa contro le grandi opere che non sono altro che l’insieme di distruzione dell’ambiente, valorizzazione del capitale e annientamento delle forme di vita comunitarie. Lì in Valle come nelle rivolte che scoppiano nel resto del mondo sentiamo ancora il canto partigiano, che ci riporta a quel passato lontano che si fa improvvisamente così vicino.
Forse anche in memoria delle passate rivolte e riconoscendoci nelle attuali abbiamo deciso di liberare dalla cementificazione e dalla gentrification una piccola parte di città in cui viviamo – per un momento? per qualche giorno? per sempre? – in un luogo di relazioni libere e di pratiche comunitarie, coltivare un orto, tessere nuove amicizie, scambiarci reciprocamente saperi, conoscenze, intuizioni.
Siamo consapevoli delle responsabilità del Comune nella costruzione di una città a misura del dominio del denaro sulla vita delle persone, una città che va nell’unica direzione del profitto basata sullo sfruttamento dell’essere umano
e dell’ambiente. La politica urbanistica, che si fonda su uno stretto legame tra pubblico e privato fingendosi sostenitrice del verde, in realtà riqualifica spazi per pochi ed esclude la maggior parte della popolazione dalla possibilità di usufruirne. Al contrario opponiamo resistenza a questo modello urbano iniziando a costruire una città nella quale ambiente, paesaggio, relazioni sono beni inappropriabili. La resistenza oggi è un modo di vita altro, è una posizione esistenziale contro il capitalismo e il neoliberismo.
Il 25 aprile saremo in piazza perché pensiamo che sia un buon modo di prenderci cura di noi, degli altri, delle nostre fragilità acuite soprattutto nell’ultimo anno dall’isolamento e dalla paura prodotte dalla pandemia. Ancora più forte
oggi è il nostro desiderio di libertà, simile a quello di donne e uomini che nel lontano 1943 intrapresero la via della montagna. La loro forza stava nelle energie che mettevano in campo, nelle amicizie che tessevano anche nei momenti più difficili. Ecco, nel giorno della Liberazione possiamo provare anche noi quel sottile brivido di libertà ripensando a coloro che vissero davvero la libertà non dopo ma durante quella rivolta. Perché solo i corpi in rivolta possono sconfiggere la paura e la solitudine.

Domenica 25 Aprile 2021 dalle 10:30 @ Piazza Costantino, Milano

per ricordare la Resistenza di ieri e raccontare la Resistenza di oggi, riappropriandoci del tempo e dello spazio che ci vogliono sottrarre, restituendo il verde alla collettività piantando fragole e chiacchierando sotto ad una tettoia
recuperata dal basso, rifiutando l’idea di un quartiere ed una città contaminate da cemento e smog e pensando di creare un mondo diverso ripartendo dai desideri e dai bisogni di chi ci abita.

Alcune e alcuni abitanti di via Padova e dintorni