IL TERRITORIO È DI CHI LO ABITA, NON DI CHI SPECULA

Come abitanti di questo quartiere e del mondo intero il 25 Aprile scorso abbiamo deciso di liberare dalla cementificazione (l’edificazione di Via Meucci) e dalla gentrification (dell’intero quartiere) una piccola parte di città in cui viviamo in un luogo di relazioni libere e di pratiche comunitarie. Abbiamo sistemato una tettoia da anni lasciata pericolante e resa inagibile, abbiamo iniziato a coltivare un orto, abbiamo tessuto nuove amicizie, ci siamo scambiati reciprocamente saperi, conoscenze ed intuizioni.
E’ stata una giornata piena, con molta partecipazione fatta di musica, testimonianze della Resistenza di ieri ma anche di quella attuale contro la distruzione dell’ambiente, la cementificazione dei quartieri, la valorizzazione del capitale e l’annientamento delle forme di vita comunitarie. Abbiamo riconosciuto
appieno le responsabilità del Comune nella costruzione di una città a misura del dominio del denaro sulla vita delle persone, una città che va nell’unica direzione del profitto basata sullo sfruttamento dell’essere umano e dell’ambiente.
La politica urbanistica, che si fonda su uno stretto legame tra pubblico e privato fingendosi sostenitrice del verde, in realtà riqualifica spazi per pochi ed esclude la maggior parte della popolazione dalla possibilità di usufruirne. Al contrario abbiamo opposto resistenza a questo modello urbano iniziando a costruire una
città nella quale ambiente, paesaggio, relazioni sono beni inappropriabili, pensando ad un modo di vita altro, contro capitalismo e neoliberismo.
Ma tra il 7 e l’8 maggio l’angolo di verde restituito alla collettività sistemando in modo autorganizzato ed autonomo la tettoia, è stato prepotentemente recintato senza interpellare le/gli abitanti che se ne sono presi cura!
Dopo anni di abbandono e di incuria, l’amministrazione ed il consiglio di zona2 vedono ogni forma di organizzazione dal basso un attacco allo status quo e preferiscono sottrarre spazio (di socialità), verde pubblico e quindi tempo di vita collettiva.
Noi non ci stiamo! Rifiutiamo l’idea di un quartiere ed una città gestite in questo modo, vogliamo piuttosto creare un mondo diverso ripartendo dai desideri e dai bisogni di chi abita e vive i territori.
Riappropriamoci del tempo e dello spazio che ci vogliono sottrarre!