“Finisce sempre che ci adeguiamo noi alla mentalità degli altri… Anche quando è sbagliata”

Queste parole vengono rivolte da Gabriele – Mastroianni – ad Antonietta – Sofia Loren – in “Una giornata particolare”, subito dopo che Antonietta chiede a Gabriele di lasciare casa sua non perché non gradisca la sua presenza, ma perché viene influenzata dalla visita della portinaia che definisce Gabriele “un bisbetico, un lunatico, un cattivo soggetto” e dal timore che il cattivo giudizio della gente possa ricadere anche su di lei.
Nel corso del film Gabriele e Antonietta, vicini di casa che prima di allora non si sono mai rivolti la parola, riescono a diventare amici, e mentre Gabriele rivela ad Antonietta il suo antifascismo e la sua omosessualità, Antonietta condivide con lui la situazione di marginalità che vive nel contesto sociale e familiare.
Il loro legame profondo avrà la durata di una sola giornata, particolare per l’appunto, perché la sera stessa Gabriele viene deportato per la sua omosessualità.
Questo film racconta quanto sia facile rischiare di adeguare la propria mentalità alla narrazione monodirezionale che le istituzioni danno della realtà. In poche parole quanto sia stato facile essere fascisti ai tempi del fascismo. Allineare la propria testa alle leggi razziali e omofobe che oggi consideriamo inaccettabili e ingiuste.
Questo film è uno spunto e una lente attraverso la quale scorgere anche la realtà di oggi, in questo stato d’eccezione. È un monito a restare sempre svegli, vigili e attenti alle pericolose derive a cui la nostra società va incontro. Se una donna prova angoscia nel momento in cui deve andare a più di 700 metri da casa, con sua figlia, per prendere un libro, non è certo per il Coronavirus, ma per la paura di dover giustificare il suo spostamento davanti alle pattuglie. Forse nella testa di questa donna la dittatura è già qualcosa di concreto, nel momento in cui un’emergenza sanitaria viene usata come strumento di controllo.
Quando abbiamo chiesto a diverse persone di mandarci un audio di almeno due minuti che raccontasse la loro visione di un mondo post-pandemia, la quarantena e la limitazione degli spostamenti erano appena cominciate. Ormai siamo quasi alla fine e ognuno avrà tracciato le proprie conclusioni.
I ragazzi e le ragazze a cui lo abbiamo chiesto condividono tutti il valore dell’antifascismo ma appartengono tutti a realtà e situazioni differenti. C’è una grande eterogeneità di pensiero dietro queste voci.
Pubblichiamo con ritardo questi audio innanzitutto perché li abbiamo raccolti lentamente, con nuovi ritmi, lontani da quelli forzati del capitalismo, in secondo luogo perché è arrivato il momento di riascoltarci per tirare le somme.
Questa quarantena ci ha portato molte preoccupazioni ma anche nuove consapevolezze e speranze. Andrà tutto bene vuol dire che tornerà tutto com’era prima? Che cambierà tutto? O che riusciremo a lottare ancora per le nostra libertà?
A voi la parola.
Martin Loreto

CONTRIBUTO N°1: Nell’apocalisse il mondo della possibilità

“Piccole cose che mi fanno pensare che in questo presente distopico ciclicamente atteso il sistema capitalista e individualista sia fallimentare e dannoso per tutte e tutti”.

CONTRIBUTO N° 2: Qualcosa è cambiato. Qualcosa cambierà?

Riflessioni sui cambiamenti in atto in ogni sfera e come il sistema ci ha portato a vivere una situazione di così forte disagio, ansia e privazioni”.

CONTRIBUTO N° 3: La normalità non mi ha mai appagata

Che questa rottura apra le porte ad un profondo cambiamento che deve partire in primis da noi

CONTRIBUTO N° 4: Un pensiero buono e uno cattivo

Ho la preoccupazione che questa cosa qui la pagheremo a lungo e per molto tempo e che molte cose cambieranno. E invece la narrazione di questa vicenda cambierà sia il modo di raccontare sia che cosa racconteremo. Cambierà e cambieremo…Che storia ne verrà fuori?”

CONTRIBUTO N° 5: È IN BALLO UNA TRASFORMAZIONE DI QUESTO MONDO

La rivoluzione non ci aspetta, questa pandemia apre nuove mentalità com’è successo con la rivoluzione francese. Non torneremo alla normalità di prima anche se vogliono farcelo credere. Per noi, qual è il nostro sogno di un altro mondo possibile?”

CONTRIBUTO N° 6: PRIMA DI CAMBIARE IL MONDO CAMBIA TE STESSA/O

Nel mondo postapocalittico è necessario che ognuna/o di noi torni ad essere una fanciullina/o, tornare a gioire per quella che è la natura.”

CONTRIBUTO N° 7: UN CAMBIAMENTO RADICALE DEL RAPPORTO CON LA CITTÀ

Vedere le foto di Milano e di queste città vuote fa impressione: può essere un punto di partenza per immaginarci un modo di vivere diverso. La spazialità cambierà. Intanto il non esserci comporta una crisi dell’essere che ci crea disagio sociale. Infine, l’immaginario che descrive quanto sta accadendo è associato alla guerra e va ribaltato creiamo nuovi modi per raccontare questa crisi. Le reazioni dei miei ragazzini mi danno speranza.”

CONTRIBUTO N° 8: DUE SCENARI POSSIBILI POST-COVID

Potrà riprendere la normalità capitalista in maniera aggravata, ma io voglio credere a un secondo scenario, di un cambiamento vero che parta dal legame indissolubile con la natura. Comunque voglio vedere che succederà con tutto questo malcontento che si sta generando (nei posti di lavoro soprattutto).”

CONTRIBUTO N° 9: IL RITMO A CUI ERAVAMO ARRIVATI ERA INSOSTENIBILE

Non mi aspetto più un miglioramento, anzi le diseguaglianze si stanno acuendo. E riguardo me, le mie aspettative sono dovute cambiare parecchio, dal viaggiare, fare mesi all’estero a….”

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